Dal G8 al Ministero di Giustizia: la carriera del generale Bruno Pelliccia, prescritto per le violenze a Bolzaneto

di , 25 novembre 2012 07:45

Da Genova 24

E’ uno degli agenti e funzionari prescritti in appello per le violenze all’interno della Caserma di Bolzaneto, durante il G8 di Genova del 2001 l’attuale direttore dell’Ufficio per la Sicurezza Personale e della Vigilanza dell’Amministrazione penitenziaria presso il Ministero della Giustizia a Roma.

Si tratta del generale della polizia penitenziaria Bruno Pelliccia, 51 anni, il cui nome è balzato alla cronache in questi giorni, dopo un video pubblicato da Repubblica.it ha ipotizzato che sul corteo degli studenti romani di mercoledì scorso fossero stati tirati lacrimogeni direttamente dalle finestre del Ministero di Giustizia, ipotesi che ha provocato sgomento ma anche una buona dose di ironia come si vede dai finti cartelli stradali “Piovono lacrimogeni”, attaccati in tutta via Arenula da un gruppo di artisti.

Ma se, sul punto, sia il generale Pelliccia (che in pratica comanda gli agenti della penitenziaria a guardia del Ministero) sia le indagini affidate dal ministro Severino al Racis dei Carabinieri, sembrano escludere che i lacrimogeni siano davvero stati lanciati dall’alto, la vera notizia è che, ancora una volta, un ufficiale condannato (prescritto) per le violenze al G8 di Genova, ha fatto nel frattempo carriera. Prosegui la lettura 'Dal G8 al Ministero di Giustizia: la carriera del generale Bruno Pelliccia, prescritto per le violenze a Bolzaneto'»

Share this:
Share this page via Email Share this page via Stumble Upon Share this page via Digg this Share this page via Facebook Share this page via Twitter

15 ottobre: sulle ordinanze di custodia cautelare

di , 22 novembre 2012 18:08

Questa mattina il gip del Tribunale di Roma Riccardo Amoroso ha firmato cinque ordinanze di custodia cautelare per altrettanti manifestanti presenti a Roma il 15 ottobre dello scorso anno. Rischio di reiterazione del reato è la motivazione, probabilmente in vista delle numerose manifestazioni anche studentesche che stanno proseguendo in tutta italia.

Due compagni sono agli arresti domiciliari, uno di Savona e uno di Magenta (Milano, anche se si trova già in carcere), tre invece hanno gli obblighi di firma (2 a Roma e uno a Cosenza). I reati che gli vengono contestati insieme ai precedenti indagati in varie città d’Italia sono l’art. 419 devastazione e saccheggio e resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale. Gli episodi  riguardano l’assalto all’ufficio postale di via Cavour, il danneggiamento del distributore del carburante ENI di Largo Corrado Ricci, delle vetrine dell’agenzia Man Power di via Labicana, della filiale della Banca Popolare del Lazio di via Merulana, l’incendio della caserma dell’Esercito e di quella della Guardia di Finanza di via Labicana. Da un minimo di 8 ad un massimo 15 anni di reclusione è la pena prevista per i reati di devastazione e saccheggio. Dopo la cassazione di luglio sui fatti di Genova 2001 che vede un compagno e una compagna in carcere, questo sembra oramai lo strumento normativo per reprimere il dissenso in piazza accanto alla resistenza pluriaggravata che prevede una pena che va da un minimo di 3 ad un massimo di 15 ani di reclusione.

I media continuano a parlare di anarchici e tifoserie violente senza rendersi conto che alla manifestazione del 15 ottobre 2011 era sceso in strada un movimento che si oppone a queste logiche economiche di sfruttamento. Si conferma una tendenza che è quella di elevare al massimo la repressione per i fatti di piazza per conseguire due obiettivi: dissuadere i cittadini dal partecipare alle proteste di piazza (le notifiche di questa mattina ne sono una conferma visto che in questi giorni le piazze sono piene di proteste soprattutto studentesche); convincere tutti e tutte coloro che vanno in piazza che bisogna protestare educatamente nei recinti e nei percorsi prestabiliti dalle forze di polizia.

Share this:
Share this page via Email Share this page via Stumble Upon Share this page via Digg this Share this page via Facebook Share this page via Twitter

G8-2001, Diaz: chiesti 3 anni per il questore del G8

di , 22 novembre 2012 10:50

Non risulta ancora uscita la sentenza..

di Checchino Antonini da Popoff

Tre anni e senza attenuanti per aver mentito in Aula per “accomodare” la posizione del suo capo d’allora, il potentissimo Gianni De Gennaro. E’ arrivata oggi la richiesta di pena per l’ex questore di Genova, Francesco Colucci, accusato di falsa testimonianza nell’ambito del processo per i fatti della scuola Diaz.
A pronunciarla il pm Enrico Zucca, lo stesso pm che, assieme al collega Francesco Cardona Albini, ha avuto l’ardire di accusare i vertici della polizia per la mattanza di quella notte di luglio 2001 nel dormitorio dei no global che erano andati a Genova a contestare il G8.

L’ex questore Colucci, a capo in quei giorni della centrale operativa delle forze dell’ordine, avrebbe ritrattato in aula la sua testimonianza su diversi punti chiave della sanguinosa irruzione nella scuola Diaz, per la quale la Corte di Cassazione ha condannato in via definitiva per falso, calunnia e lesioni 25 funzionari di polizia. Prosegui la lettura 'G8-2001, Diaz: chiesti 3 anni per il questore del G8'»

Share this:
Share this page via Email Share this page via Stumble Upon Share this page via Digg this Share this page via Facebook Share this page via Twitter

Panorama Theme by Themocracy