Condanna per Vincenzo Canterini

di , 24 novembre 2013 10:53

Dal secolo XIX

Roma – La Corte di Cassazione ha confermato la condanna, a carico dell’ex dirigente della polizia Vincenzo Canterini e del Viminale, a risarcire quattro avvocati che al G8 di Genova del 2001, nonostante indossassero la casacca gialla degli osservatori appartenenti all’Associazione Giuristi Democratici, senza motivo furono spruzzati con ga surticante da Canterini, allora comandante del Settimo nucleo sperimentale antisommossa del Primo reparto mobile di Roma.

L’entità del risarcimento - scrive la Suprema Corte nella sentenza 46787 depositata oggi e relativa all’udienza svoltasi lo scorso 14 giugno – sarà quantificata in sede civile. Ha diritto a un risarcimento anche l’Associazione Giuristi Democratici alla quale era iscritto Marco Vano, una delle vittime - con Gianluca VitaleNicola Leori Martino Schiavetti - della violenza di Canterini. Il verdetto della Cassazione ha rilevanza ai soli fini risarcitori perché è intervenuta, in appello, la prescrizione dei reati contestati Canterinicondannato in via definitiva anche nel processo per le violenze alla scuola Diaz. Prosegui la lettura 'Condanna per Vincenzo Canterini'»

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Genova 2001: in aula le attenuanti

di , 17 novembre 2013 11:32

Il 13 novembre si è tenuto presso il Tribunale di Genova l’appello del processo nei confronti dei capri espiatori per i fatti del luglio del 2001.

Alla sbarra ancora 4 dei 10 compagni giudicati dalla sentenza  di Cassazione dello scorso 13 luglio, quella dei cento anni complessivi di condanne per i reati di devastazione e saccheggio. Per i 4, oggi, la Corte d’Appello ha valutato la concedibilità dell’attenuante dell’aver agito per «suggestione della folla in tumulto». Parliamo di 4 compagni e non di 5 perchè Valguarnera si è dissociato dagli altri manifestanti e da tutti i fatti con un intervento in Aula. Dicendo che è anche entrato nell’esercito dopo il 2001. Su questo il Procuratore ha chiesto le attenuanti massime mentre per Cuccomarino nessuna attenuante data l’età adulta che aveva durate il g8 del 2001.

La decisione è stata quella di ridurre le condanne per 3 dei 4 compagni con pene comprese tra i 6 e i 8 anni di carcere. Tenendo conto dell’indulto per 3 di loro sicuramente non si apriranno le porte del carcere. Per altri due, condannati a 8 anni, probabile le misure alternative (ma non certe). Adesso si attendono le motivazioni per eventualmente impugnarle ancora una volta in Cassazione.

Ascolta la corrispondenza a Radiondarossa dell’avvocato Romeo

Ascolta la corrispondenza di un compagno di Supporto Legale che spiega bene tutto il processo

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Sottoscrivi

di , 17 novembre 2013 10:43

Per sottoscrivere per Genova 2001 potete andare QUI

Supporto legale si preoccupa di inviare denaro a chi è in carcere per i fatti di Genova 2001.

Sottoscrizioni dirette in carcere con vaglia postale o telegrafico

Marina Cugnaschi c/o Seconda Casa Di Reclusione Di Milano – Bollate - Via Cristina Belgioioso 120 - 20157 Milano (MI) oppure bonifico a Valli Massimiliano – IBAN - IT04U0100501660000000000594

Per Fagiolino - Alberto Funaro c/o Casa di reclusione di Rebibbia – Via Bartolo Longo 72 - 00156 roma

Farncesco Puglisi c/o Casa Circondariale di Roma Rebibbia - G9 – cella 9 – piano 2 – sezione C - nuovo complesso in via Raffaele Majetti 70 - 00156 Roma - oppure alla mamma di Gimmi: Pace Giuditta, via Zurria 37, 95121, Catania

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Genova: rinviata la sentenza per Colucci

di , 16 novembre 2013 11:17

Da Telenord

È attesa per il prossimo 6 dicembre la sentenza della prima sezione della Corte d’Appello di Genova per il processo che vede imputato l’ex Questore Francesco Colucci, condannato in primo grado a 2 anni e 8 mesi per falsa testimonianza resa durante il processo per i fatti della Diaz. L’udienza tenutasi oggi è andata avanti per tutta la mattina e parte del pomeriggio e l’avvocato della difesa terminerà la discussione proprio in occasione della prossima udienza quando dopo le eventuali repliche la Corte darà la sentenza.

 

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Genova: iniziano le cause civili per i risarcimenti

di , 16 novembre 2013 11:04

Da Repubblicait

Sono le avanguardie di una nuova slavina giudiziaria che investirà il tribunale di Genova e il ministero dell’Interno. Nei giorni scorsi sono state depositate le prime cause civili contro il Viminale da parte di sei parti offese, manifestanti italiani e stranieri, che dovettero subire l’intera via crucis del G8 genovese del 2001: le botte, il terrore e le false accuse alla Diaz e poi ancora le botte, il terrore e le umiliazioni nel carcere speciale allestito nella caserma di Bolzaneto.

I loro legali nei giorni scorsi hanno depositato le citazioni corredate di documentazione e richieste. In media le istanze di risarcimento, sia per le sofferenze morali che per le conseguenze fisiche, si aggirano attorno ai 200 mila euro a testa. Considerato che le parti offese della Diaz sono 94 e 154 quelle di Bolzaneto, le cifre richieste potrebbero oscillare tra i 20 e i 30 milioni di euro.

Alcuni avvocati hanno anche depositato, a corredo e sostegno di quanto patito dai loro clienti, il dvd del film “Black block” del genovese Carlo A. Bachschmidt che fu uno degli attivisti del Supporto Legale, il gruppo che visionò e catalogò migliaia di immagini e frame di video della notte della “macelleria messicana”. Il film, pluripremiato in Europa, è infatti basato sulle testimonianze dirette di alcune delle vittime.
I primi ad intentare causa sono stati manifestanti inglesi, neozelandesi, spagnoli ed Enrica Bartesaghi, la madre di Sara, una delle ragazze più giovani arrestate e picchiate. Enrica Bartesaghi è anche la portavoce del Comitato Verità e Giustizia per Genova.

Le azioni civili partono oggi, dopo che sono state rese note le motivazioni della sentenza con cui la Corte di Cassazione ha confermato le condanne d’appello nei confronti dei funzionari di polizia, colpevoli di aver falsificato i verbali di arresto e di sequestro per tentare di coprire le brutalità ingiustificate dei celerini. Questi ultimi, grazie alla prescrizione hanno evitato la condanna penale ma non la responsabilità civile.

Il ministero dell’Interno aveva già pagato le provvisionali della Diaz dopo la sentenza d’appello, probabilmente nella speranza di alleggerire la posizione dei super- poliziotti. Non sono invece, state saldate con la stessa celerità le spese legali degli avvocati delle parti offese. E qualcuno ha così deciso di avviare il pignoramento nei confronti dei condannati.

Ottenendo subito un pagamento degli onorari: è capitato con Spartaco Mortola ex capo della Digos di Genova e più di recente con Gianni Luperi (uno degli imputati principali assieme a Franco Gratteri ex capo dello Sco) già dirigente dei servizi segreti che ha sborsato 30mila euro. La decisione di muovere causa direttamente al ministero, obbligherà il Viminale ad attivarsi per richiedere ai suoi ex dipendenti condannati il rimborso di quanto speso in risarcimenti e spese legali.

Anche se non può non apparire paradossale il fatto che, mentre vengono pagati 300 mila euro ad un avvocato difensore per l’assoluzione da un capo di imputazione di un funzionario condannato per le altre accuse, lo Stato abbia vergognosamente ritardato il pagamento delle provvisionali alle 154 parti offese di Bolzaneto. Solo in queste ultime settimane, alcuni di loro che hanno presentato reclamo alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, si sono visti recapitare la lettera che annuncia l’arrivo dei soldi. Una mossa ipocrita dettata dalla necessità di non incorrere nelle sanzioni Ue.

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Le violenze di Bolzaneto sotto la lente della Corte Europea

di , 15 novembre 2013 11:43

Dal Corriereit

 

Sono passati 12 anni dal G8 di Genova, quando nella caserma di Bolzaneto 150 fermati hanno subito da parte di pubblici ufficiali violenze fisiche e psicologiche. In quelle giornate di luglio 2001, mentre arrivavano più di 300mila manifestanti da tutto il mondo, uno stabile della caserma di Bolzaneto, sede del reparto mobile della polizia di Genova, era stata trasformata in istituto penitenziario provvisorio: un punto di smistamento dei fermati del G8, dove i manifestanti sarebbero dovuti velocemente passare solo per il foto-segnalamento e la visita medica.

Ma, invece di poche ore, i fermati sono rimasti anche due giorni, subendo maltrattamenti da parte di poliziotti, guardie penitenziarie e personale medico. Di questi pubblici ufficiali solo una quarantina sono stati identificati e per questo processati. 4 gli assolti, 7 i condannati penalmente; per gli altri imputati i reati penali sono caduti in prescrizione e sono stati dichiarati responsabili dei fatti ai soli fini civili, quindi condannati al risarcimento danni nei confronti delle vittime.

Per queste condotte criminose, la Cassazione ha condannato anche i ministeri dell’Interno e della Giustizia al risarcimento. Secondo la legge avrebbero dovuto cominciare a pagare sin dalla sentenza di primo grado, 5 anni fa, ma così non è andata. Infatti, solo a fine settembre di quest’anno il ministero dell’Interno ha comunicato che si inizierà con il risarcimento di 31 parti offese, le uniche 31 che hanno fatto ricorso alla Corte Europea. Per gli altri non c’è ancora niente di ufficiale.

Pagina 112 della sentenza 678/2010 Corte di Appello di GenovaPagina 112 della sentenza 678/2010 Corte di Appello di Genova.
Nonostante per il processo di Bolzaneto la Corte di Appello parli di “trattamenti inumani e degradanti o azioni di tortura” che esprimono “il massimo disonore di cui può macchiarsi la condotta del Pubblico Ufficiale”, la tortura non è perseguibile come reato, perché nell’ordinamento penale italiano non esiste. Dopo aver raccolto il ricorso dei manifestanti, e in base ai termini dell’articolo 3 della Convenzione Europea che l’Italia ha ratificato nel 1955, ora è proprio la Corte Europea dei diritti umani a chiedere ufficialmente informazioni sull’adeguatezza delle sanzioni previste dalla legge italiana nei casi di tortura e di trattamenti inumani o degradanti.

Inoltre uno degli standard richiesti dalla Corte Europea è la sospensione dei pubblici ufficiali in corso di processo. Ad oggi, invece, le istituzioni non si sono ancora pronunciate su eventuali procedimenti disciplinari. Al contrario, come denunciano gli avvocati delle parti civili, alcuni di quegli ufficiali oggi condannati sono stati anche promossi negli anni. Anche di questo lo Stato dovrà rispondere alla Corte Europea per i diritti umani.

Le giornate del G8 di Genova hanno dato seguito ad altri processi e quello di Bolzaneto non è l’unico procedimento in cui sono stati coinvolti membri delle Forze dell’ordine: la Cassazione ha confermato le condanne per le violenze della polizia durante l’irruzione alla scuola Diaz Pertini, mentre è stato archiviato il procedimento penale nei confronti del carabiniere che ha sparato a Carlo Giuliani.

Il processo per devastazione e saccheggio, per cui 10 manifestanti sono stati condannati lo scorso anno, vedrà l’ultima battuta domani (13 novembre), quando verrà valutata la concessione delle attenuanti per 5 di loro. Il reato prevede comunque pene che vanno dai 6 ai 15 anni di reclusione, che i manifestanti stanno già scontando.

Si ringrazia il Comitato SupportoLegale e Giacomo Verde per la concessione dell’utilizzo delle immagini d’archivio

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Luca Finotti

di , 12 novembre 2013 14:33

Apprendiamo che qualche settimana fa e’ stato arrestato per dei residui di pena Luca Finotti, uno dei 10 condannati per i reati di devastazione e saccheggio per i fatti di Genova 2001 e che domani avrà l’appello per delle attenuanti.
Per chi volesse scrivergli:
Luca Finotti c/o casa circondariale di Trento – Via Beccaria, 13 – Loc. Spini di Gardolo, 38014 Gardolo TN
http://www.canestrinilex.com/risorse/carcere-trento/

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Il 13 novembre a Genova

di , 5 novembre 2013 09:31

UN PASSATO DA RISCATTARE-UN PRESENTE DA ROVESCIARE

Il 13 novembre prossimo a Genova si terrà l’atto finale del processo per il G8 del 2001, la pietra tombale messa dallo Stato su quelle giornate. Alla sbarra ancora i manifestanti del G8 2001 che dopo la sentenza definitiva di Cassazione dello scorso 13 luglio sono stati condannati per i reati di devastazione e saccheggio. Per 5 di loro infatti, la Corte d’Appello di Genova dovrà valutare la concedibilità o meno dell’attenuante di pena dell’aver agito per «suggestione della folla in tumulto».

Dodici anni da quel luglio del 2001, dieci condannati, dieci anni di processo, cento anni di condanne. Tre compagni in carcere condannati in via definitiva tra i dieci e quindi anni di detenzione, una compagna agli arresti domiciliari condannata a 6 anni. Un compagno che continua a correre libero. Altri cinque attendono solo le ultime correzioni formali. Non saranno un paio di mesi di condanne in più o meno a cambiare le carte in tavole, tanto meno a cambiare il segno all’andamento di questo processo.

Quella sommossa che rompeva una pacificazione sociale di decenni ha spinto il potere a punire in modo esemplare ed a cercare di estirpare la minaccia che essa rappresentava per l’avvenire; così dieci capri espiatori sono stati chiamati a pagare per tutti con condanne fino ai quindici anni di carcere; così il reato di devastazione e saccheggio è stato sdoganato ed esteso a qualsiasi altra giornata di rabbia e sollevazione. A ottobre, al Tribunale di Roma, è ripartito, più spedito che mai, il più corposo dei processi per i fatti del 15 ottobre 2011: 18 imputati dovranno rispondere di reati tra i quali devastazione e saccheggio e tentato omicidio; sempre per i fatti del 15 ottobre 2011 altre 7 persone sono già state condannate in primo grado per devastazione a 6 anni. Lo Stato porta avanti la sua guerra interna giorno dopo giorno, momento dopo momento, dichiaratamente. I suoi nemici siamo sostanzialmente noi. Noi tutti.

E’ nella logica delle cose che i tribunali dello Stato oggi si pronuncino così su quegli eventi, come lo è che la storia scritta dai vincitori ne dia una visione accomodata e travisata; ma lo spirito di quanto accaduto in quelle giornate appartiene appieno alla tradizione delle lotte degli oppressi di sempre e soltanto chi si riconosce in essa può custodirlo, mantenerlo vivo e tramandarlo.

Da Genova, da quel luglio 2001, una nuova epoca di incendi si è propagata, e quelle istanze che allora sembravano proprie di una piccola minoranza, oggi sono nelle strade di mezzo mondo.

E’ tempo di dire che se  nella testa e nelle lotte di tanti c’è  la consapevolezza che chi devasta e saccheggia il pianeta e le nostre vite è il capitalismo, è anche grazie a chi si è battuto per le strade in quei giorni. Il 13 novembre è un’occasione per farlo; è per stare su questa linea di demarcazione, tra un passato da riscattare e un presente da rovesciare, che quel giorno sarà fondamentale stare al fianco dei compagni imputati.

Lo spirito continua.

PRESENZA SOLIDALE IN AULA E FUORI

MERCOLEDI’ 13 NOVEMBRE H 10.30

TRIBUNALE DI GENOVA

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