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di , 13 giugno 2012 09:51

Per sostenere la campagna 10×100 e i processi legati al G8 di Genova è rinato il progetto di Supporto Legale 

Per sottoscrivere clicca qui.

Possiamo scegliere quello che vogliamo seminare, ma siamo obbligati a mietere quello che abbiamo piantato.

SupportoLegale nacque come progetto nel 2004 per sostenere la difesa di tutti gli imputati dei processi genovesi ai manifestanti. Era formato da persone di provenienze molto diverse ma accomunati da una “regola” fondamentale. “Difendere tutti e tutte” senza cadere nel divide ed impera su cui troppi campano. La divisione tra manifestanti buoni e cattivi non ci è mai appartenuta.

Oggi, 11 anni dopo il G8 di Genova, con 10 persone condannate in via definitiva per il reato demenziale di devastazione e saccheggio, con 2 persone già in carcere, con un’altra che cresce una figlia in attesa di andarci, ci ritroviamo a dover riprendere il filo di quella convinzione.
Abbiamo perso, tutti noi e tutti voi sia chiaro, e la naturale declinazione di quel “difendiamo tutti” oggi è aiutare coloro che nell’ingranaggio della repressione genovese sono rimasti incastrati.
Non come un granello di sabbia che da solo può sabotare un macchinario ma come una vita che da quel macchinario viene sabotata.

Siamo nuovamente qui per assicurare ai condannati del G8 un sostegno, in primis economico, continuato e sufficiente a vivere, seppur dietro le sbarre.

La memoria è un ingranaggio collettivo, così come la solidarietà.

Potresti essere tu ora, fotografato a caso tra migliaia, anche se non vestivi di nero, a non poter più parlare con gli amici di quella Genova.
Potresti esserci tu dentro quelle celle.
O condannato a una libertà a tempo determinato, aspettando che bussino anche alla tua porta.

Dopo 11 anni, è necessario tornare a ribadire alcuni concetti e soprattutto chiedere il sostegno per questioni economiche molto chiare: c’è da tirare su parecchi soldi per sostenere i condannati e le loro famiglie, per le spese processuali e per i danni alle cose.

Durante i processi abbiamo raccolto, usato e distribuito i fondi secondo modalità chiare e trasparenti.
Adesso dobbiamo ricominciare a farlo e SupportoLegale si impegna a sostenere coloro che sono stati colpiti dalla repressione, a seconda di bisogni e priorità, quel che insieme raccoglieremo.

Dobbiamo rifare un lavoro che sappiamo fare ma che non esiste senza l’apporto che voi potete dare.
Per tutto questo ti chiediamo una mano.
Una mano che infila una tasca o un portafoglio o che digita una cifra on line. Punto.

Che le pareti non contino

Supporto Legale – anni zero

 

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68 commenti per “Sostieni/Subscribe”

  1. Mattia scrive:

    Firmo

  2. Benedetto Recupero scrive:

    Libertà per chi a Genova lottava per la libertà di tutti.

  3. Giacomo Gava scrive:

    liberi tutt*

  4. Gea scrive:

    sottoscrivo!

  5. Firmo perche quello che è successo a Genova non si ripeti mai piu’!Lo stato si deve VERGOGNARE

  6. Luca scrive:

    I macellai hanno fatto carriera. I procuratori consolidano le loro posizioni. La politica, tutta, prende le distanze dalle vittime e premia i boia pubblicamente.
    E mentre l’italia, con gli italiani tutti, o quasi, ci abbandonava in ogni senso, si cominciava a delineare quel futuro oscuro che è oggi il nostro presente.

    Noi, noi che si era a Bolzaneto, non dimentichiamo. Cerco sempre di ricordare a signor’iddio o a chi per esso di rendere giustizia in terra dal momento che chi sarebbe preposto a farla preferisce dare colpi solo al cerchio, scordandosi la botte.

    Ripenso praticamente ogni giorno a quei giorni.
    Firmate gente, rendeteci liberi semplicemente dimostrando di essere diversi dalla moltitudine.

    Dimostrate di essere persone con un senso inalterato del giusto e dello sbagliato.

  7. maud corino scrive:

    firmo

  8. maria antoniettta losito scrive:

    FIRMO!!

  9. Giuseppe scrive:

    magari accadesse, ma “l’ordine costituito” é sempre sottoprotezione…sigh!

  10. lara scrive:

    non dimentichiamo

  11. carlo scrive:

    …..da non riuscire più a capire
    che non ci sono poteri buoni…..
    (da Storia di un impiegato – fabrizio de andrè)

  12. mario scrive:

    cose da regime fascista

  13. mario scrive:

    non dimenticheremo

  14. cosima scrive:

    per favore, vorrei firmare ma non ci riesco, non voglio commentare, ma solo firmare. Mi fate caapire come fare per favore? grazie

  15. luca nistler scrive:

    firmo

  16. claudio scrive:

    credo sia doveroso firmare e diffondere

  17. MIRCO Panizzi scrive:

    firmo

  18. Matteo Pagliara scrive:

    non ci fermeremo mai finchè giustizia non verrà fatta!!!firmo

  19. Filippo scrive:

    Nessuna vendetta ma giustizia! La volontà costante di dare e riconoscere a ciascuno ciò che gli è dovuto.

  20. Simona scrive:

    Firmo

  21. Francesca scrive:

    E firmo pure io!

  22. Stefano scrive:

    firmo

  23. Michela scrive:

    FIRMO!!!

  24. antonio valentino scrive:

    Io firmo e sono INDIGNATO nell’apprendere che la Magistratura Democratica(?) di questo Paese possa condannare le persone che hanno subito VIOLENZA FASCISTA dai cosidetti tutori dell’ordine pubblico,e per assurdo persino li premia!!!!!
    Questo potere borghese sta’ facendo cartastraccia della COSTITUZIONE!!!!!

  25. BEATRICE CARLI scrive:

    FIRMO!

  26. Chiara Pelliccia scrive:

    Firmo

  27. Andrea Camerino scrive:

    Firmo

  28. chiara pellegrin scrive:

    firmo

  29. Davide Secondelli scrive:

    Firmo

  30. Laura scrive:

    FIRMO !!!!!!!!!

  31. Claudia scrive:

    Firmo!!!

  32. Eleonora scrive:

    FIRMO!

  33. Lorenzo scrive:

    FIRMO!

  34. Aderisco e firmo la petizione.

  35. ROSSELLA scrive:

    FIRMO! per non dimenticare, per chiedere che sia fatta veramente giustizia.

  36. riccardo scrive:

    FIRMO

  37. Giorgio Montanari scrive:

    Firmo con convinzione!

  38. Patrizio scrive:

    Firmo

  39. Giuseppe Pesce scrive:

    Firmo!

  40. Angelo scrive:

    FIRMO E SOSTENGO ASSOLUTAMENTE!!!

  41. Federico scrive:

    FIRMO!!

  42. Andrea Chiarvesio scrive:

    Firmo anche io. E diffondo.

  43. Andrea scrive:

    Firmo! Liberi tutti, in carcere ci dovrebbe andare chi quel giorno stava dall’altra parte delle barricate!!!

  44. Silvia scrive:

    Firmo!!

  45. Laura scrive:

    Firmo!

  46. Marco scrive:

    giustizia

  47. Moesdi scrive:

    A Genova si è visto il terrorismo di Stato in azione. Quello che misero in moto a Genova e responsabilità del allora governo e delle forze del ordine che volevano dare una lezione per azzittire la gente.

  48. Jacopo scrive:

    FIRMO!

  49. francesco scrive:

    firmo

  50. andrea scrive:

    sottoscrivo la petizione

  51. mariachiara scrive:

    I subscribe!

  52. Nunzio scrive:

    firmo!

  53. Donatella scrive:

    sottoscrivo!

  54. luca scrive:

    liberi tutti

  55. eli scrive:

    vergona!

  56. lodovico scrive:

    non avete un numero di iban per fare un bonifico. Se ne lo comunicate faccio subito un versamento

    • admin scrive:

      Per sostenere la campagna fai un versamento sul conto corrente postale n. 61804001 da intestare a Cooperativa laboratorio 2001, via dei Volsci 56 Roma – Causale “genova cassazione”

  57. enk aka PZ de I PORCI scrive:

    I PORCI : Genova fucking bloody vergogna
    Questa canzone l’ho scritta in varie fasi dal 15 luglio 2001 al 2003

    Dedicato a chi c’era, a chi c’era da prima e a chi solo dopo si è dato uno scopo.

    Anni tumultuosi, si è arrivati a quei giorni dopo anni di movimento, certo seattle può essere stata una sorta di scintilla globale, ma il movimento italiano già c’era, c’è sempre stato, ma in quegli anni è riuscito ad uscire allo scoperto.
    Mi sembrava di dover dare un allarme, ci sembrava che si fosse arrivati ad un punto storico epocale, e avevamo ragione, chi si ricorda gli ultimi anni del secolo non può non affermare che il mondo è irrimediabilmente cambiato e che avevamo fottutamente ragione. C’è stata la guerra globale al terrorismo, l’azzeramento dei diritti e la rincorsa verso quella che oggi viviamo con il nome di crisi. Io già c’ero da prima, molti arrivarono in quei giorni altri capirono la lezione e da quel momento ci furono per sempre.

    A chi aveva settanta anni e a chi ne aveva venti e gli sembravano tanti, come corrono gli anni,
    e rimangono impuniti, come correvamo quei giorni, determinati e impauriti
    faccia a faccia con migliaia di potenziali assassini.

    Avevo quasi 23 anni, un pischello. E già avevo avuto molto esperienze di abuso poliziesco, dalle panchine al parchetto, dal “tagliate i capelli zecca”, mitra puntato “scendete dalla macchina mani in alto” “aò ma mica semo armati” “ io di roma non mi fido…”, pistola puntata a un metro “aò ma che voi ammazzà?”, guardie e fascisti che ti caricano insieme a braccietto etc etc.
    Quindi già a 20 anni un idea precisa sui vari corpi di polizia me l’ero fatta: “non ci credo a stò lavoro per la disoccupazione,a lavorare con la pistola ci vuole la vocazione”.
    Sapevo di andare allo scontro, sapevo che sarebbe stato duro, sapevo che non era una questione di coraggio, ma di determinazione e controllo della paura. Andavamo contro migliaia di persone armate ed erano arrivati i sacchi neri per i cadaveri.

    A chi si addormentò con un presagio cattivo, a chi si è sentito per la prima volta vivo
    A chi ha assaggiato i sadismo dello stato a chi è stato picchiato insultato e torturato
    A chi pensava non sarebbe mai successo e a chi la usata come un utile pretesto
    Tanto il mondo non cambia e rimane lo stesso, prendono i diritti e li buttano nel cesso.

    Arrivo al carlini la mattina del venerdì verso le 6, mi salvo dalla pioggia della notte e dall’ allagamento.
    Quando arrivo dormono tutti o quasi, montiamo la tenda, finalmente ci siamo, sono mesi che aspettiamo questo giorno, i pensieri si invorticano nella mia mente che cerca di addormentarsi ma c’è un pensiero reale e spaventoso che non mi lascia, è la prima volta che lo sento così veritiero “Domani potrei morire”. Al risveglio il carlini era tutto un fermento.
    Il corteo arriva in via tolemaide, colonne di fumo nero si alzano da vari punti della città “inizia lo show” infatti da li a poco i carabinieri occupano la via e gasano tutto il corteo, si prova a resistere il corteo arretra , ci si riprova ma niente. Nella mia mente questo tira e molla era un copione già scritto, magari anticipato sui tempi, ma già scritto, faceva parte dello show, si sapeva che in un punto o in un altro della città il corteo del carlini avrebbe cozzato contro le guardie. Poi però la situazione cambia quando dal camion dicono una cosa tipo: “ognuno si prenda le sue responsabilità” è come se degli spettatori di uno spettacolo teatrale si alzassero e occupassero il palco mandando in scena la realtà. Il sipario è crollato, le luci spente, il palco è crollato, non c’è più pantomima, non c’è più il copione ognuno è padrone di se stesso e delle sue azioni, della sua esistenza. E’ la realtà, ed è fatta di sangue e dolore, di rivalsa e determinazione, di violenza fascista e odio, di solidarietà e riscossa, di parole vuote e poesia.

    Polizia e omertà democratica infamità, Genova violata, sangue nella strada
    Sangue nelle scuole e nelle caserme gente inerme torturata dai boia della legge.

    Qualcuno invece il copione lo aveva scritto, il titolo era “ IMPUNITA’ ” e gli attori di questo copione potevano dare sfogo ai peggio impulsi umani ,anche con l’aiuto di droghe, chi ne ha avuto a che fare sa che ne un film, ne un documentario possono ridare al cuore quelle emozioni di panico e ingiustizia che abbiamo provato. Sangue ovunque, teste rotte, gambe braccia costole, torture, umiliazioni.
    Eccolo qui lo stato, finalmente lo si può vedere nella sua vera veste, ha tolto il doppio petto e ha preso pistola e manganello, per alcune menti è stato così forte che non sono riuscite neanche a crederci anche avendolo sotto gli occhi.
    “Rompetegli il culo a ‘ste zecche de merda” l’ordine deve essere stato suppergiù questo, quindi gli sbirri hanno eseguito gli ordini.
    “eseguivamo solo degli ordini” era la difesa dei nazisti a Norimberga.

    A chi ha tirato sassi e innalzato barricate, a quei volti nascosti dietro maschere e bandane
    Che respiravano il veleno ma liberavano le strade un occhio verso il cielo, uno verso il mare.
    A quelli che insieme cacciavano la celere a chi non scappava mai di fronte alle cariche
    A chi dava soccorso, a chi dava conforto a chi per troppo dolore avevo già visto troppo.

    Quello che so è che se molti manifestanti non fossero stati consci di quello stava accadendo, quei giorni sarebbero potuti essere peggio di quello che sono stati. Il sabato sul lungomare poteva essere una carneficina, la consapevolezza e la solidarietà dei manifestanti ha evitato una strage. Lacrimogeni sparati sulla folla dal tetto dei palazzi,dal mare e dal cordone ad altezza uomo, un bombardamento contro cui solo il vento potè fare qualcosa.
    Ero solo avevo perso tutti. Stavo davanti, aspetto la carica e quando arriva riesco solo a scappare verso il mare, ad un certo punto mi trovo in linea con il cordone e un solerte spara lacrimogeni comincia a usarmi per giocare al tiro a segno, scavalco vari scogli e mi ricompatto al corteo, aspettando la seconda carica. Quando arriva ci troviamo, ammassati, stritolati,il cs è ovunque,il panico è generale. Io mi tolgo la maglia la imbevo di limone e cerco di non svenire, mi trovo schiacciato contro una signora di settant’anni con attacchi di panico, cerco di fargli spazio, gli metto la maglietta imbevuta di limone sulla faccia, intanto la ressa mi fa male, sono a petto nudo e il cs comincia a bruciarmi la pelle i conati che ti bloccano la gola,i polmoni,gli occhi lo stomaco, quel sapore acre e tossico che ti infiamma gola e narici, la ressa comincia diradarsi la signora riesce ad avere spazio mi da un occhiata affettuosa e se ne va. Rimango nelle prime file a cercare di rallentare l’avanzata delle guardie siamo tanti, il corteo indietreggia, indietreggia , indietreggerà per sempre.
    C’è un ricordo insorgente che mi fa ancora sorridere, sono i carabinieri che scappano scomposti a gambe levate da via tolemaide il venerdì, ma il sorriso si spegne quando penso che poco dopo quella contro-carica hanno sparato a carlo.

    E adesso dopo 2 (11) anni pare che il mondo sia cambiato
    Stò delirio onnipotente un nuovo ordine frustrato
    Il regime si infittisce e non si smentisce
    Va per la sua strada e non ci stranisce
    Che fratelli e sorelle pagheranno sta pazzia
    Poche taste salteranno dalle poltrone della polizia
    E’ un assurda follia parlare di legge e di diritto in questa democrazia.

    Tornare al carlini il venerdì, stanco, confuso e poi la notizia “c’è stato il morto” e il segno della pistola.
    Eccola la realtà servita (forse) da un giovane carabiniere calabrese. Le notizie si rincorrono, ognuno cerca amici e compagni.
    Poi l’assemblea e le lacrime e io pensavo: “ Ma che facciamo tutti chiusi qua dentro, usciamo” immaginavo un corteo notturno,
    immaginavo una determinazione mai vista, immaginavo una battaglia campale, immaginavo di entrare dentro la zona rossa, immaginavo di occupare la città, ma avevo vent’anni.
    Il mondo poi è cambiato alla velocità di un boeing 747. Sono cominciate le guerre. È cominciata la caccia ai terroristi. È cominciato lo scontro fra culture. E poi sono cominciati i processi, stupidi processi, dove la polizia si copriva di omertà mafiosa e i manifestanti inquisiti vedevano pian piano il movimento disgregarsi nella dicotomia buoni e cattivi. Compagni un cazzo.
    Ora i processi finiscono in farsa, 5 teste salteranno per cinque miseri anni, e la giustizia si sente appagata.
    10 persone rischiano 100 anni.

    Dicono che il problema sia di ordine politico
    A me pare morale ed etico che:
    una vetrina sfasciata
    una banca bruciata
    una galera assaltata
    la merce espropriata
    una barricata
    una boccia lanciata
    e una camionetta incendiata
    niente sono in confronto
    ad una vita spezzata
    e ad un’altra vita sognata.

    Si parlò tanto di violenza, se ne parla ancora a sproposito, ma tanto non se ne esce, finchè la proprietà privata e il capitale saranno concepiti come il sistema che và salvaguardato con le armi, la polizia e gli eserciti, il sangue varrà sempre meno della merce.
    Genova non è più finita, nella mia vita è stato un punto di passaggio, dopo c’è stato attivismo, militanza, denunce e ancora cortei, lacrimogeni, manganellate e altri morti: Davide, Renato, Federico, Stefano, Giuseppe, Gabriele, Aldo , Marcello, Abba, Nicola e gli altri che non ricordo e gli altri di cui non sappiamo niente. Polizia e fascisti ancora a braccetto come li vidi più di 10 anni fa e i morti siamo noi.

    Genova non si dimentica, non è stata le prima volta e non sarà neanche l’ultima.

    Enk aka PZ de I PORCI

  58. Crotti Sirio scrive:

    Carlo e’ vivo e lotta insieme a noi. . . E speriamo che anche quelli rimasti vivi rientrino nei pensieri e nelle lotte. anzi forse sarebbe bene fare quello che da troppo, troppi non fanno. Lottare per chi e’ vivo, rinchiuso in un buco di solitudine ed oblio da 11 anni.
    Ieri piangevano prima di essere portati via. piangevano da soli con un pugno di amici rimasti cari.
    Tutto quello che e’ rimasto del movimento.
    In galera dovremmo essere in piu’ di 300.000. Invece ieri eravamo ai concerti, sulle spiagge, a berci la meritata refrigerante birretta, a scopare come e’ giusto, in montagna, al lago, in cerca di aria da respirare, in cerca di sogni da realizzare e di possibilita’ da cogliere. Loro non lo faranno per almeno 10 anni.
    E loro 10, 3 in particolare, pagano per i sogni di tutti, per le speranze di tutti, per quel sol dell’avvenire che vedranno da dietro le sbarre tutte le mattine, se saranno fortunati. Di solidarieta’, a parte i manifestini fatti con collage di fotografie e magari ripescati negli archivi di un passato dimenticato, non cen’e’ stata.
    Le uniche parole che albeggiano da tempo sulle bocche di troppi sono gli slogan per un compagno che e’ stato ucciso piu’ brutalmente quando trasformato in un icona dai KOMPAGNI. per il loro beneficio.
    Gli intellettuali della “rivoluzione” fanno analisi ponderano e si permettono di giudicare fatti , avvenimenti e un periodo storico che, la maggiorparte, non ha nemmeno vissuto ne visto, con supponenza e tranquilla arroganza dalle comode poltrone di micropotere che si tengono strette sotto il culo nei centri sociali o nei luoghi chiamati di “contropotere”.
    Si corre a centinaia di chilometri perche’ non si riescono a trovare le corrette parole chiave intorno a cui stringersi per costruire la resistenza sul territorio. Per altro unico modo reale per dar sostegno alle lotte che insorgono in ogni dove. . .
    Ma di tutto cio’ non e’ mio il compito di pontificare. La mia e’ solo rabbia e sconforto. Rabbia non tanto verso i “nostri” nemici, non la meritano e non serve per combatterli, ma verso tutti quelli che hanno scelto la strada piu’ facile o piu’ funzionale. Verso tutti quelli che si riempiono le bocche di parole ma che ieri non c’erano, che ieri non hanno riempito di indignazione le piazze d’Italia e che domani no ci saranno, vicino hai compagni sequestrati dallo stato, prigonieri di guerra, di una guerra che non e’ nemmeno piu’ di classe, si combate ormai, per aver diritto ad esistere come individui con una dignita’ e come collettivita’, comunita’.
    Sconforto di fronte a troppi ACAB che riempiono i muri inutilmente, e che non sono un messaggio di orgoglio e rivincita. Sconforto quando, nonostante centinaia d’anni di ribellione sociale, proletaria e sottoproletaria, di lotte di classe, di vittorie pagate care, di emancipazione, il simbolo che si vede sui muri e con cui si copre la faccia la gente e’ tratto da un film che ha fatto migliardi di incassi nei botteghini ed e’ stato girato da chi sta dall’altra parte rispetto ai miei obbiettivi politici. V Per Vendetta . . .
    Quello che son riusciti a distruggere, ovunque, e’ la solidarieta’ di classe. E’ il mutuo soccorso. E’ il sostegno reciproco. Saremo in grado di recuperarli? Di recuperarci?
    Vedremo al di la del mio sproloquio chi davvero sara’ solidale e fara’ giungere la voce al di la delle sbarre e lottera’ perche’ se ne escano dalle galere, gli scomodi che lo stato ha deciso di murare vivi.

  59. Martina scrive:

    E’inconcepibile digerire quella che da Amnesty International è stata definita la più grande violazione dei diritti umani,naturalmente dopo i fatti del secondo conflitto mondiale. Col G8 di Genova abbiamo avuto un’ulteriore ed evidente smentita del fatto che il nostro sia un Paese “civilizzato” e “democratico”… Repressione,violenza,miraggio al totalitarismo hanno ostacolato,impedito e punito chi aveva il diritto e il “dovere” di manifestare il proprio dissenso. Loschi individui,abusando del potere conferitogli dalla divisa e da qualche eccessivo tiro di coca,hanno costituito una minaccia ed un oltraggio alla libertà e alla dignità della persona. Il tempo della giustizia si avvicina e nel caso in cui quì,nel mondo terreno non ci sarà giustizia,non mi preoccuperò più di tanto perchè so che lassù c’è qualcuno di veramente importante,un pezzo grosso con cui tali malfattori dovranno fare i conti.

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